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    Comiso






    Comiso dista 117 Km. da Agrigento, 122 Km. da Caltanissetta, 123 Km. da Catania, 126 Km. da Enna, 219 Km. da Messina, 264 Km. da Palermo, 19 Km. da Ragusa, alla cui provincia appartiene, 100 Km. da Siracusa, 290 Km. da Trapani.                                                                                                  
    Il comune conta 29.150 abitanti e ha una superficie di 6.493 ettari per una densità abitativa di 449 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona pianeggiante, posta a 209 metri sopra il livello del mare. 
    Il paese è di aspetto in gran parte settecentesco. Il territorio e' pianeggiante, ricco di insediamenti abitativi, legati per lo più al processo di urbanizzazione, alla piccola industria ed anche all'espansione delle colture in serra, soprattutto nella fascia costiera. Alcuni resti archeologici risalenti al sec. II d.C. attestano la presenza di un nucleo abitato già in epoca romana. Tuttavia, la fondazione del casale di Comiso avvenne nel sec. IV d.C. in età bizantina e la successiva espansione urbana si registrò con le dominazioni normanna e aragonese.
    Sotto il dominio della famiglia Naselli, dal sec. XV al sec. XVIII, la città si estese oltre la cinta muraria medievale, registrando un notevole incremento demografico e rendendo necessaria la costruzione di nuovi quartieri. Distrutta dal terremoto del 1693, assunse dopo la ricostruzione, un aspetto barocco.  La campagna del comisano è fra le più ricche e fertili di tutta la Sicilia meridionale, grazie alle abbondati risorse idriche. L'agricoltura quindi, sempre piu' moderna e specializzata (prodotti ortofrutticoli e primaticci), ha un posto di primaria importanza.    
    Nella zona collinare del territorio di Comiso si sono trovate numerose tracce di insediamenti umani molto antichi dell'epoca neolitica ed eneolitica. In queste furono impiantate dai Siculi delle officine di selce, che qui veniva estratta, lavorata ed esportata. Si pensa, inoltre, che in seguito alla colonizzazione greca, nella località del Cozzo di Apollo, abbia avuto origine la misteriosa Kasmenai, la mitica cittá che fonti storiche vogliono sia stata edificata fra Kamarina e Akrai.
    Cospicui sono i resti di costruzioni greche e romane: particolarmente significativo il resto di un mosaico pavimentale romano, trovato nei pressi della Fonte Diana.
    La vera storia della cittá comincia con gli Aragonesi, che cedono Comiso in feudo ad un certo Federico Speciario da Messina, nel 1296. Egli edificò nel nucleo urbano un palazzo-castello e altre fortificazioni, attorno alle quali si formò il futuro paese. Nel 1321 il feudo fu ceduto a Berengaro de Lubera, il quale lo cedette in seguito a Giovanni Chiaramonte, e quindi ai Riggio e nel 1392 al catalano Bernardo Cabrera, conte di Modica. Ma nel 1493 il feudo comicino fu ceduto da Giovanni Cabrera, figlio di Bernardo, indebitato fino al collo, ai Naselli, nobili di antica famiglia che tennero il feudo fino al XVlll secolo e sotto i quali raggiunse livelli economici e sociali eccezionali, grazie a leggi moderne e piú appropriate ai nuovi tempi, come la concessione in enfiteusi di una parte dei possedimenti della famiglia, l'istituzione di una fiera franca da vincoli doganali, concessioni di franchigie e privilegi vari e altri provvedimenti. Con l'inizio del XVII secolo Comiso subisce degli avvenimenti che rallentano e fanno regredire questi fermenti di rinnovamento che hanno caratterizzato il secolo precedente: la fondazione del Casale di Vittoria nel 1607, voluto dalla contessa Vittoria Colonna, causò un notevole regresso demografico della popolazione di Comiso. Altri avvenimenti, purtroppo funesti, furono la terribile pestilenza del 1624 che si abbatté sulla cittadina, come in tutta la Sicilia causando un alto numero di decessi, e poi il tragico terremoto del 1693, che causó circa 90 morti ed enormi danni all'abitato.
    Da questi tristi eventi il popolo comisano seppe risorgere con forza, ricostruendo tutti gli edifici abbattuti e riproiettandosi con slancio verso un futuro migliore. Così nascono in questo clima di fervore costruttivo i palazzi pubblici e privati, nel caratteristico barocco siciliano, le chiese ed altre costruzioni che hanno resa famosa la città per la scenografia urbana.                                                      
    Grazie anche alla volontà ed alla munificenza dei Naselli nascono a Comiso i primi opifici industriali, che le danno un notevole impulso economico, come la cartiera, costruita nel 1729, che sfrutta le acque del fiume lppari, e i saponifici, costruiti nel 1742 da Filippo Sallemi e Biagio Guarino, che avevano imparato l'arte dai maestri saponari messinesi. É in questo periodo che per la famiglia Naselli comincia la fase declinante, tanto che nel 1754 i successori del conte don Baldassarre, per far fronte ai debiti sono costretti a vendere una buona parte delle immense proprietá, che vennero acquistate dagli stessi fittavoli e dai grandi proprietari terrieri divenuti "baroni" (mediante l'acquisto dei titoli per mezzo delle loro nuove ricchezze). Sono gli ultimi sintomi del feudalesimo e anche per Comiso si apre un periodo di profondo rinnovamento sociale, prima con l'avvento dei Borboni e poi col Regno d'ltalia. Nel periodo fascista fu inaugurato a Comiso l'aeroporto militare, dopo trasformato in base missilistica ormai demilitarizzata e in fine divenuto aeroporto civile.



    Ecco una mappa della Città di Comiso:




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