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    Ispica







    Anticamente chiamata Spaccaforno, la cittadina prende l'attuale nome dall'antica città di Ispicae Fundus, fondata dai Romani sullo stesso luogo dove sorgeva la Ispica distrutta dal sisma del 1693.
    Le origini di Ispica sono riferibili al Medioevo, anche se numerosi ritrovamenti archeologici attestano che queste terre erano abitate fin dalla preistoria.    
    Dopo che i Normanni vi eressero un casale, l'insediamento fu distrutto dal terremoto del 1693 e, solo in seguito, la città fu ricostruita più a valle, dove si trova oggi.    
    Ispica è' una graziosa cittadina di circa 14.000 abitanti posta nel limite più orientale della provincia, quasi al confine con la provincia di Siracusa La città dista dal mare circa sei km.                                       
    La cittadina di Ispica domina il mare da un'altura ed è un'interessante stazione preistorica per i ritrovamenti archeologici. Anche da qui è raggiungibile il Parco archeologico della Forza, a Cava d'Ispica, tramite le cento scale scavate nelle roccia, dove sono visibili tracce degli affreschi del periodo bizantino.
    Da vedere la Chiesa Madre, il Palazzo Bruno di Belmonte sito vicino alla piazza centrale, il Palazzo Bruno di Belmonte in stile liberty - sede del Municipio -, il Monumento ai Caduti e la chiesa di S. Maria Maggiore, il cui sagrato è circoscritto da una singolare cancellata in ferro battuto.                                
    Imboccato corso Garibaldi possiamo invece ammirare la Chiesa dell'Annunziata e il suo ciclo di stucchi di grande importanza.
    Le origini di Spaccaforno come città sono certamente molto antiche; basti pensare alle grotte della sua stupenda cava e agli insediamenti abitativi del suo territorio, che sono da attribuire ai Siculi, uno dei popoli più antichi della nostra regione.
    Il centro abitato era situato nella parte finale della cava, in una posizione facilmente difendibile e in una zona così ricca di acque, da far crescere rapidamente la sua importanza. Moltissimi sono stati gli abitatori della Cava d'Ispica, dai siculi ai greci, ai romani, ai bizantini, agli arabi, ai normanni così che le abitazioni rupestri adattate di volta in volta ai nuovi usi e alle rinnovate esigenze, che ne hanno alterato spesso in modo irreparabile le tracce storiche, ma conservando in altri casi segni visibilissimi di modi di vivere, di culti ecc., sono divenute uno dei piú preziosi monumenti di storia della nostra terra.
    Dopo il terremoto del 1693 la cittá fu ricostruita nella vicina spianata, con un impianto urbanistico moderno e arioso, con vie larghe e diritte, con ampie piazze e bellissime chiese. Lentamente le abitazioni della cava furono abbandonate, ma mai in modo definitivo; molte di esse, specie lungo "la Barriera", furono utilizzate come officine, come frantoi per le olive o palmenti, e ancora oggi alcune di esse vengono adibite a depositi, garages o cantine.



    Ecco una mappa della Città di Ispica:





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