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    Modica






    Situata nell'area meridionale dei Monti Iblei, Modica è tra le più pittoresche città della provincia e di tutta la Sicilia. E’ divisa in due originali aree: Modica Alta, le cui costruzioni quasi scalano le rocce della montagna, e Modica Bassa, giù nella valle, dove un tempo scorrevano i due fiumi Ianni Mauro e Pozzo dei Pruni, poi ricoperti a causa delle numerosi alluvioni, e dove è ora situato il Corso Umberto, principali strada e sito storico della città.              
    L'aspetto è prevalentemente tardo barocco, quasi interamente risalente al dopo-terremoto.                  
    Poche sono le testimonianze della "precedente città": Il portale gotico della chiesa del Carmine; rovine della chiesa di Santa Maria del Gesù, risalente al sedicesimo secolo; la Cappella del Sacramento, del quindicesimo secolo; la chiesa "rupestre" di San Niccolò Inferiore, del dodicesimo secolo, recentemente rinvenuta. Il suo interno conserva notabili decorazioni risalenti ai secoli tra 700 e 1500.
    Ciò che rende la città così unica e affascinante è, prima di tutto, l'aspetto barocco, di cui il disegno urbano e centro storico di Modica abbondano; inoltre la presenza di pittoreschi violetti e stradine, ricche di vecchie botteghe, casupole o ricchi palazzi. La Chiesa di San Giorgio è un monumentale esempio dell'arte barocca siciliana.
    "Modica. Città nobile, opulenta e popolosa, capo dell'antica ed amplissima Contea". La descrizione ottocentesca, appartiene allo storico ed ecclesiasta Vito Amico, ed elegantemente racchiude l'importanza economica, politica e culturale di una città, le cui radici sembrano affondare in tempi e circostanze remote e non sempre chiare.           
    Si ha così notizia di una "Motyca" abitata dai Siculi attorno all'ottavo secolo a.C., all'epoca delle colonie greche in Sicilia; lo storico Carrafa (diciassettesimo sec.) narrò di monete trovate nel territorio modicano, su cui era leggibile in lettere greche la parola "Motayon". Sono queste solo alcune delle denominazioni della città nel corso dei secoli, cui seguono: "Motica, Motuca, Mohac, ecc". Tracce più chiare si hanno di una dominazione di Roma, cui Modica, essendo città decumana, versava un decimo dei propri raccolti, e di una dominazione araba, che nell'845 conquistò il castello di "Mudiqah". Un'occupazione certa fu quella dei Normanni nell'undicesimo secolo, i quali "cacciarono" i musulmani, peraltro introducendo il culto di San Giorgio, cui Ruggero di Hautetville, capo dei Normanni, fu fedelmente devoto.
    Il titolo di Contea risale, seppur per un breve periodo, proprio al dominio Normanno, quando Gualtieri, prode capitano di Ruggero, fu designato Conte di Modica.
    Ma è soprattutto durante il dominio degli Aragona di Spagna (XIII - XVII sec.), successivo a quello degli Angioini di Francia, che Modica, come Contea, conobbe i suoi fasti maggiori, rappresentando, con i Conti Mosca e soprattutto Chiaramonte e Cabrera, quel ruolo di importantissimo potere locale, tipico del feudalesimo, che, per autorità, ricchezza e magnificenza, nulla aveva da invidiare a quello dello stesso Re, il quale solo indirettamente controllava il territorio.
    Un "Regno nel Regno", così è stato definito il fenomeno di organizzazioni territoriali come la Contea di Modica che, pur formalmente create dal Re, costituirono un potere effettivo ed un eventuale, essenziale, appoggio economico e politico per ogni forma di potere centrale.
    Ricordiamo a tal proposito le essenziali parole di un diploma concesso a Bernardo Cabrera nel 1392 da parte del Re di Sicilia Martino: "come io nel mio Regno tu nella tua Contea".
    Successivamente la Contea perdette almeno in parte la sua importanza, con i Conti Henriquez e, a titolo di citazione, Alvarez (XVIII sec.) e Fitz-Stuart (XVIII e inizio XIX), quando il titolo di Conte aveva un significato ormai essenzialmente formale e perduto ognuno dei suoi vecchi privilegi.
    Sette secoli di effettiva durata, dunque, quasi per intero sotto l'ombra o la mano spagnola, che un forte segno ha lasciato nel nostro dialetto, nella tradizione gastronomica, nei monumenti e nell'architettura della città, e, naturalmente, nell'arte barocca che in Spagna trae le sue radici.
    Un grosso segno, sicuramente, essi l'ebbero sul carattere e la personalità della gente locale, che insieme ai segni lasciati dagli altri invasori e all'essenziale strato "nativo", forgiano l'identità, ultima, del siciliano. 
    Nonostante questo e nonostante i mille problemi, soprattutto economici, una sorta di rivalutazione e apprezzamento del suo importante passato sembra oggi quanto meno accennata, attraverso una serie di attività promozionali e di investimento turistico, principalmente riferiti al periodo della Contea.



    Ecco una mappa della Città di Modica:




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